by Matteo Ficara
Cari amici lemattiani,
ieri (domenica 25 novembre 2012) ha avuto luogo il primo Seminario su “Il Potere dell’Immaginazione”, che ha visto una sala piena di 70 individui coraggiosi, pronti a scavalcare il “limite” e dare una sbirciata un po’ più in là.
Ma… qual è il Potere dell’Immaginazione?
E, prima ancora, che cos’è l’Immaginazione?
Per scoprirlo, è necessario addentrarsi un pochettino al di là del confine…
Come in ogni buon racconto di fantasia, per accedere al Regno dell’Immaginazione è necessario scavalcare il confine ed incontrare il Guardiano della Soglia.
State tranquilli: non sempre il guardiano è in cerca di litigi. Ad esempio in “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, il guardiano era il Bianconiglio, che ci aiuta a comprendere anche un altro significato importante del guardiano: la guida.
Difatti, anche se non capita così tutte le volte, il guardiano che ci attende al confine è anche la guida capace di accompagnarci all’interno del Regno.
Se siamo pronti per farlo, naturalmente.
Ad esempio, nel percorso “Le Stanze dell’Immaginazione – i tuoi Luoghi di Potere”, il guardiano/guida è l’Amico Animale della stanza numero 6.
Ma torniamo a noi, ovvero all’Immaginazione ed al suo Potere.
Come avvenuto per il Seminario, ci caleremo in questa “realtà aumentata” attraverso l’analisi di alcune parole.
Persona ed Individuo
Chi ci segue da tempo sa bene due cose: 1- quanto sono importanti le parole (hanno il potere di creare e disfare la realtà!), 2- la differenza sostanziale tra “persona“, che deriva dal greco prosopa = maschera, ed “individuo”, dal latino individuum, ovvero “ciò che è indivisibile”.
Possiamo accorgerci delle maschere che portiamo, semplicemente riprendendoci o guardandoci allo specchio nelle diverse situazioni della nostra giornata.
Ecco alcuni esempi: quando siete arrabbiati, guardatevi allo specchio (come fece Alice), oppure chiedete a qualcuno di farvi una fotografia, così da poterla rivedere in un momento di calma. Quando vedrete la foto direte: “Ma questo non sono io!”.
Oppure ancora, portate la vostra attenzione cosciente a “che cosa cambia e che cosa resta uguale”, nel vostro atteggiamento, quando siete al lavoro, quando con gli amici, quando da soli e quando a casa, in famiglia.
Detto con le parole della psicologia comportamentale, diventa: noi suddividiamo il mondo in cui viviamo in tantissimi ambienti, come il “lavoro”, “la famiglia”, “mangiare”, “dormire”, gli “hobbies”, e via dicendo. Per ognuno di questi ambienti creiamo le più efficaci strutture di adattamento (le maschere, appunto) agli stimoli esterni.
In breve: magari a casa siamo dolcissimi, mentre al lavoro diventiamo spietati, oppure quando siamo da soli manifestiamo/facciamo delle cose che in compagnia non faremmo, e così via. Ogni volta, la struttura/maschera che interpretiamo, sarà la più economica ed efficace nel compito che noi crediamo sia giusto e necessario svolgere in quel determinato contesto.
L’individuo, invece, è “colui che è” sempre lo stesso, identico a se stesso e capace di non farsi modificare dagli stimoli esterni.
Mondo e Universo
Abbiamo giusto giusto parlato del “mondo” poco fa. Abbiamo detto che lo dividiamo in ambienti comportamentali e potremmo dire anche, usando il “vocabolario del coaching”, che costruiamo il nostro mondo sulla base delle parole e, quindi, delle credenze e dei valori.
Anche la psicologia ci dice che cominciamo a “differenziare” il nostro mondo quando apprendiamo le prime parole.
“Differenziare”, perché fino a quel momento, tutto il nostro mondo è “mamma”.
Al momento in cui impariamo le prime parole, facciamo le prime differenze: “questo è papà”, “questa è mamma”, “questo è il gatto”, etc…
Nel sistema sinaptico della nostra mente, i collegamenti tra un neurone e l’altro possono essere considerati come “parole”: difatti quando pensiamo in modo logico/razionale usiamo le parole che conosciamo. In questo modo è possibile dire che
“le parole che usiamo creano il nostro mondo”
Un sistema di parole che usiamo spesso ed in cui crediamo – trasformandolo in realtà – si chiama “credenza” (o convinzione).
Un insieme di credenze fanno un valore ed i valori sono capaci di muovere intere masse di individui.
Il nostro mundus (in latino significa “ciò che è ben ordinato”), allora, è il sistema di parole/credenze e valori in cui crediamo e che rendiamo vero nel quotidiano.
E l’Universo?
Sappiamo bene che l’Universo è ben più grande del mondo e se andiamo ad esplorare “un po’ più in là, nel significato della parola “universo”, troviamo (soprattutto grazie ad Igor Sibaldi ed al suo libro “Vocabolario”) che significa “tutto ciò che gira attorno ad uno solo”.
E chi sarà mai?
Colui che è e che non cambia: l’individuo, l’ IO.
In definitiva, quindi, l’IO è ben più grande del mondo in cui ci costringiamo a vivere quotidianamente, credendo a ciò in cui crediamo e continuando a nutrirci delle parole che pronunciamo.
Archetipo e Simbolo
Perché ci costringiamo a vivere in un mondo, invece che nell’Universo?
I motivi sono moltissimi.
Nel seminario li abbiamo affrontati a ritroso, ovvero proponendo alcune “vie di liberazione”:
- non-attaccamento al passato: dire addio alla propria “storia personale”;
- non-attaccamento al presente: iniziare a darsi torto, per imparare la differenza tra “fatti” e “giudizi”;
- non-attaccamento al futuro: obiettivi e sogni vanno bene, le “aspettative” meno.
Il fatto è che siamo ancorati in un sistema chiuso. Tale chiusura deriva dal fatto che siamo convinti che il nostro presente derivi dal nostro passato e non viceversa. In questo modo, anche tutti i nostri progetti proiettati nel futuro, si baseranno principalmente su “quello che crediamo di noi adesso”, ove l’ “adesso” è in base al passato. In questo modo anche il futuro si basa sul passato.
Nelle prime discese nelle Stanze dell’Immaginazione, mi trovai innanzi ad un Fiume enorme.
Le mie guide mi dissero: “Questa è l’Immaginazione”. L’Immaginazione è il fiume che separa la sponda al di qua, da quella al di là.
Oltre a separarle, però, le unisce, come una “terra di mezzo”.
Nel Fiume Immaginazione, infatti, è possibile scorgere tante bottiglie, sapete, di quelle con i messaggi dentro.
Che cosa sono?
Idee che vengono dall’al di là, per la nostra evoluzione individuale ed universale.
Il movimento del Fiume Immaginazione, inoltre, ci aiuta a comprendere come sia il futuro ad informare il presente, e non il passato.
Le sue acque, infatti, provengono dal simbolo e vanno verso l’archetipo.
Che cosa sono il simbolo e l’archetipo?
Sono immagini, naturalmente, ma più precisamente sono i due estremi opposti del Regno dell’Immaginazione.
L’archetipo (arché/typos: principio/forma) è la forma primordiale, una specie di DNA spirituale che contiene le informazioni dell’ “essere umano”. E’ il nostro passato.
Il simbolo (il cui contrario è diabolon= “colui che divide”), è quell’immagine inesauribile, capace di rimanere identica nella forma, ma il cui contenuto è impossibile da essere compreso fino in fondo. E’ il futuro.
Per chi conosce un minimo di fisica è facile pensare al concetto di differenza di potenziale. Per chi non lo conosce, questo principio indica un fenomeno che avviene se avviciniamo due – ad esempio – pile tra loro cariche in modo diverso.
Tra loro si creerà un campo elettromagnetico tale da veicolare l’energia dalla pila più carica a quella meno carica.
Si genera, insomma, un passioggio di informazioni come quello esistente tra il simbolo/futuro, denso di possibilità (carico) ed il passato/archetipo, su cui non si può più fare nulla.
Pensandoci un momento: qui, ora, adesso, nel vostro presente, in che modo potete generare più energia?
Facendolo derivare dal futuro, da un sogno.
Volere e Desiderare
De-siderare, ovvero “guardare le stelle”, è il movimento di espansione del nostro IO.
Il desiderio è, nel qui e ora, la forma attuativa dell’Immaginazione.
Mi spiego: l’Immaginazione è, in definitiva, il canale di ricezione delle Idee per la nostra evoluzione.
I desideri sono tutte le forme possibili di realizzazione delle Idee intuite nell’Immaginazione.
Anche se “de-siderare” è bene (scopri qui come funzionano i Desideri), è comunque un “allungare il collo” verso qualcosa di molto lontano. Questo è uno dei due motivi per cui preferisco il volere.
Il “volere” è legato alla volontà che è, per come ci è stato dato modo di esperire, l’unica moneta utilizzabile in un percorso di crescita individuale: applicare la volontà ci permette di aumentare la consapevolezza.
Ecco perché preferisco la volontà: perché invece che “guardare”, inizia a “fare”.
Il “Bello”
Rispondere alla domanda: “Perché il bello è bello?”, non è affatto semplice.
Noi di LeMat, soprattutto dopo la tesi in “La Pragmatica dell’Immaginazione Umana”, rispondiamo in questo modo:
“Il Bello è Bello perché non può essere compreso fino in fondo”
Insomma: il Bello ha un fortissimo valore simbolico, ovvero nasconde e svela delle possibilità inaspettate, che vanno al di là del “sapere”. E’ per questo che per noi, la vita intera, in ogni suo istante, è un simbolo: l’Universo tenta di parlare con noi.
Sapere e Comprendere
Per concludere, dobbiamo dire due parole su… due parole!
Il “sapere” è tutto quello che avete imparato dai libri o che deriva dai vostri ragionamenti: è la sommatoria dei giudizi dell’ego.
Per passare dal “sapere” alla “comprensione”, è necessario fare: esperire, mettere alla prova ciò che si sa o che – nella maggior parte dei casi – si pensa di sapere.
Al di là del sapere, della storia personale (dell’attaccamento ad essa) e delle interpretazioni del presente (giudizio), si nascondono e si svelano moltissime nuove possibilità ed il Potere dell’Immaginazione è quello di aumentare le nostre possibilità (ha potere colui che “può fare”).
Per fare questo (aumentare le possibilità) e per tornare a VEDERE i propri Simboli Interiori (le Idee per la propria evoluzione), smettendo di correre dietro a falsi idoli (gli “stereotipi”, infatti, sono quelle immagini provenienti dall’esterno che si sostituiscono ai nostri simboli interiori), nasce il percorso “Le Stanze dell’Immaginazione”.
Beh… GRAZIE di essere arrivati fino a qui!
^_^
dal Primo Seminario su “Il Potere dell’Immaginazione”
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(che cos’è il TOUR? E’ il viaggio nei nostri articoli, da noi consigliato per conoscerci meglio)
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