Cari amici lemattiani,
tra alti e bassi, va e vieni, oggi è scoccato il primo anno da quando abbiamo incominciato il nostro “Gioco del Valore”.
La prima volta che riflettemmo sul tema del Valore, fu leggendo (su di uno scontrino), il famoso aforisma di Oscar Wilde:
“Oggigiorno si conosce il prezzo di tutto ed il valore di niente“
Da quel momento, l’interesse per “il Valore” è diventato preponderante, nella nostra realtà e nel quotidiano, ed abbiamo cercato di portare attenzione a tutto quello che ci sembrava avere un “valore”.
In primis, però, il “problema del significato”…
che cosa significa “valore”?
Andiamo a scoprirlo insieme…
La risposta che ci siamo dati nell’immediato: “ciò che ha valore è ciò che vale”, nascondeva una riflessione interessante…
“Questo vale, questo non vale”, sembrano quasi le regole di un gioco.
Ma, quale gioco?
Lila, il gioco della Vita. O meglio ancora, della Realtà.
Nei fondamenti di quello che facciamo, c’è la certezza che la realtà è soggettiva: il “mondo” è come lo dipingi in ogni istante.
Anche la parola stessa sembra indicarlo: “mondo”, dal lat. mundus, significa: “pulito, ordinato”.
Ed in effetti esiste un “ordine” che regola il mondo: quello dei nostri sistemi di parole, convinzioni e valori!
(QUI l’articolo sulla Gerarchia dei Valori!)
Ciò che vale, quindi, è ciò che ha valore nel nostro mondo di regole.
Ciò che vale, anche minimamente, è ciò che esiste nel nostro mondo.
Ed in questo quadretto (il mondo), si possono vedere pennellate di diverso tipo, come se fossero stati molti i pittori a metterci mano.
Difatti è così: hanno partecipato alla stesura del colore e delle forme tutti i nostri “io” non differenziati, ma anche il nostro “Io” profondo.
Che cosa sono i nostri “io” non differenziati?
Utilizzerò la metafora del parlamento (un grazie a Max Damioli per aver esposto così semplicemente un concetto così complesso!).
Immaginate un parlamento: destra, sinistra, centro.
Ad ogni settore abbiamo destinato alcune delle moltissime figure conflittuali che vivono in noi (i nostri “io” non differenziati).
Abbiamo tutti coloro che obbediscono alle regole da una parte e tutti i creativi dall’altra, ad esempio.
I conservatori ed i rivoluzionari, i razionalisti e gli amotivi, e così via…
Al centro c’è il nostro “io” maggiore, quello che – alla fin fin fine – nella maggioranza dei casi prende posizione, mitigando gli altri.
Noi, però, il nostro “Io” profondo, siamo il parlamento intero, senza eccezione alcuna.
Ed infatti è con tutti i nostri “io” parlamentari, che abbiamo dipinto la tela del nostro mondo.
Questo vuol dire che possiamo scorgere in ogni dove i segni del nostro “Io” profondo, quello divino.
Ed è per fare questo che abbiamo iniziato il Gioco del Valore.
In che cosa consiste?
Ecco le regole:
- abbandona (gradualmente) il principio di quantità, nei rispetti del principio di qualità: quando esci a fare la spesa, ad esempio, non cadere nella trappola dell’offerta. Certo, se capita che il tuo prodotto preferito (ad es. l’acqua che bevi) è in offerta, è bene mettere in atto il principio dell’economia e farne scorta, ma altrimenti, cerca sempre il prodotto dagli ingredienti in etichetta. Il Valore, infatti, è il “buono” delle cose;
- prenditi tempo per valutare le situazioni: quante volte capita che siamo chiamati a dare una valutazione o, peggio ancora, una risposta, in tempi brevissimi? Ad esempio con le offerte al telefono (quando non ti fanno nemmeno parlare) e via dicendo. Uno dei principi del marketing (del prof. Robert Cialdini) è quello della “scarsità”… dare poco tempo per pensare è una tecnica per indurvi verso una data risposta;
- inizia ad apprezzare anche quello che non si vede: viceversa, capita spesso che siamo noi a “non dare tempo” alle persone. Quante volte ci lasciamo andare ai pregiudizi e decidiamo di evitare persone/situazioni perché “sappiamo già che tipo è/ che cosa accadrà”? Bene, concedetevi il lusso di osservare attentamente persone, oggetti, situazioni, anche dalla distanza, per poter scorgere quello che non vedete subito;
- investite risorse (tempo, energie, denaro) per migliorare o modificare cose/persone/situazioni “statiche”: la stasti è il principio della fine. Tutto ciò che è statico, nella vostra realtà, è simbolo di convinzioni che si stanno rafforzando oltre limite, cristallizzandosi in “possibilità mozze”, mancanti. Diventano convinzioni limitanti, insomma;
- adoperate, con parsimonia, dell’ “sano egoismo”: alla domanda se può esistere un egoismo sano, mi sono trovato spesso in difficoltà con la risposta. Ma, dato che le parole hanno un potere, alla fine ho trovato la soluzione: l’egoismo è egoismo, quello che si vuole esprimere con il termine “sano egoismo” è semplicemente “amore per se stessi”, solo che – a quanto pare – sembra complicato a dirsi… ^_^ in questo caso, cari amici lemattiani, la regola è quella di chiedersi se veramente ciò che facciamo ci soddisfa e di spingerci verso situazioni più piacevoli a cui dedicare il nostro tempo.
Perché giocare al Gioco del Valore?
Come dicevamo: anche il nostro “Io” divino partecipa alla creazione di questo mondo ed allenarsi con il Gioco del Valore partecipa a far aumentare, nel nostro “mondo”, il fattore magico della vita.
E con questo, abbiamo finito!
^_^
Buon Gioco del Valore!
Matteo Ficara, LeMat
giocatore della Vita
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