Cari amici lemattiani,
oggi ho il piacere di condividere con ognuno di voi una delle ultime esperienze vissute: il Master in Leadership di Performance Strategies, nel suo appuntamento con Claudio Belotti, dal tema: “PNL per la Leadership”.
Innanzi tutto spenderei due parole per dirvi chi è Claudio Belotti e perché si può permettere di parlare di PNL a certi livelli.
E’ uno dei 37 master trainer in PNL al mondo. Il che vuol dire che non solo ha compiuto tutto il percorso per diventare trainer, ma ha anche ricevuto un riconoscimento particolare, dato personalmente da Bandler a chi non solo dimostra capacità, ma soprattutto porta contributi importanti a livello di innovazione e ricerca.
In secondo luogo, Claudio Belotti è il “braccio destro” di Anthony Robbins, il più grande formatore al mondo.
In secondo luogo è necessario spendere due parole sulla PNL (qui il vecchio post) e sulla Leadership.
La Programmazione Neuro Linguistica, come dice bene il termine, è una disciplina utilissima per portare il cambiamento nella propria vita.
Analizzando le tre parole che ne compongono il “nome”, possiamo anche capire come fa:
-
Linguistica: la psicologia ci dice che, effettivamente, ognuno di noi si “racconta il proprio mondo”. Fateci caso: in questo momento avrete in qualche modo commentato questa affermazione, vero?
Ecco, questo è il senso di quello che vi voglio dire; -
Neuro: è semplice notare come, di conseguenza a quanto appena visto, ogni nostro pensiero, in realtà, si costruisce anch’esso sulle parole che conosciamo;
-
Programmazione: arrivati a questo punto sembra semplice la conclusione, ovvero: esiste la possibilità di modificare i pensieri attraverso le parole.
Una delle osservazioni più profonde che la PNL ha contribuito a rendere evidenti è che esiste un legame molto intenso tra parole-pensiero-emozioni-postura.
In termine tecnici possiamo parlare di “modeling”.
Il modeling è il processo di base della PNL ed è, in breve, il ponte che collega i diversi ambiti sopra citati.
Vediamo come:
– il linguaggio è un codice. Nella prospettiva informatica, quindi, potremmo rapportarlo al software del pc;
– il pensiero è il filtro, l’interfaccia, che decodifica i simboli, le parole, il linguaggio e lo rende concreto. In qualche modo potremmo considerarlo l’hardware del pc;
– il modeling è il programmatore.
L’esperimento più semplice che si può fare per comprendere tutto ciò è quello dell’autosservazione.
Quando viviamo stati di depressione il nostro corpo assume posture di chiusura (spalle indentro, testa china).
La postura è il linguaggio delle emozioni.
Questo ci aiuta a capire che l’emozione prevalente in un depresso è un’emozione negativa, passivante.
Ma l’emozione è data dalla focalizzazione su determinati pensieri.
Un esercizio utile?
”STOP!!!” – dite “stop” ad alta voce, vi fermate fisicamente e vi osservate, facendo una delle seguenti cose:
-
fate lo sforzo di portare alla vostra mente un pensiero positivo, che possa sostituire quelle negativo precedente;
-
cambiate postura;
Osserverete immediatamente un cambiamento totale in voi, sia che cambiate “film mentale”, sia che mutiate postura fisica.
La domanda, ora, è: “Come si lega, in questo caso, la PNL con la Leadership?”.
Una giusta parte del lavoro svolto nel Master in Leadership di Performance Strategies è stata dedicata alla ricerca del significato della parola “Leadership”.
Le due parole di cui cercare l’etimo sono: “Leader” e “Ship”.
Non solo, il Leader, è colui che “conduce”, ma è anche e soprattutto, in base alla radice “shup/shop”, “colui che va per primo”, aggiungerei: colui che ha il coraggio di farlo.
In definitiva, ecco la soluzione venuta fuori al Master: “Leader è colui che dà valore, innalzando”.
“Come applicare, quindi, la PNL alla Leadership?”
Applicando PNL alle proprie convinzioni negative, facendo modeling.
Cari amici lemattiani, se, circa i contenuti del Master in Leadership sulla “PNL per la Leadership”, siete curiosi di conoscere altri contenuti strategici ed applicativi, potete visitare il blog ufficiale di Performance Strategies.
Noi chiudiamo con la nostra “Ricetta” per la Leadership:
-
definire in modo chiaro la VISION individuale o aziendale e la propria MISSION all’interno di essa;
-
dedicare tempo al progetto ecologico, individuando tutti gli OBIETTIVI primari, secondari e terziari;
-
trovare esempi positivi di individui che sono riusciti nella realizzazione della propria vision o, quantomeno, della propria mission;
-
individuare le caratteristiche positive e propositive che li hanno aiutati in questo: credenze, modi di fare, atteggiamenti; e fare modeling, rendendole proprie.
Il che è molto diverso dal “copiare”: in questa fase è necessario rendersi conto che siamo tutti diversi e che alcuni atteggiamenti che ci possono sembrare validi, applicati nella nostra individualità, non lo sono allo stesso modo. L’importante è, quindi, portarli nel quotidiano, cercando di prenderli come spunto ed insegnamento; -
lavorare continuamente immaginando la realtà desiderata.
”La nostra mente non capisce la differenza tra un’esperienza vissuta realmente ed una vividamente immaginata” – Maxwell Maltz; -
creare i propri incantesimi potenzianti, da ripetere quotidianamente, in modo da rafforzare le nuove convinzioni;
-
“fare per essere”, puntare quotidianamente, con impegno ed entusiasmo, alla realizzazione dei propri progetti, secondo la scaletta definita dagli obiettivi.
Lascia un commento