by Lara Lucaccioni
Cari amici lemattiani,
da oggi parte una rubrica sulle tecniche di creatività, funzionali per generare idee nuove e utili (ci piace moltissimo la definizione di creatività data da Poincarè e ripresa in uno dei più bei siti italiani ad essa dedicati: NeU di Annamaria Testa).
Premessa necessaria
La creatività è una facoltà innata in tutti noi, ma spesso, a forza di pensare logicamente e di cercare la “sola” risposta giusta ad un problema, abbiamo fatto in modo che essa andasse affievolendosi (e i nostri modelli educativi hanno avuto la loro parte di responsabilità in questo).
Se vogliamo pensare creativamente o affrontare problemi in maniera diversa, se ci rendiamo conto che i “vecchi” metodi non sono più validi per certe situazioni che stanno cambiano vorticosamente e che percorrere i “vecchi” sentieri non ci procura più il risultato atteso, dobbiamo rimettere in moto il nostro pensiero creativo, sfidare preconcetti e pregiudizi e, semplicemente, “decidere” di pensare creativamente, e generare nuove idee attraverso l’utilizzo di tecniche di creatività (ne esistono tantissime, tutte molto valide, alcune più di altre adatte ad una persona invece che ad un’altra).
Il processo che genera nuove idee passa, generalmente, attraverso quattro fasi:
1. definizione accurata del problema/sfida: conoscere il proprio obiettivo è fondamentale per focalizzare la propria attenzione e le proprie energie. Quando il nostro cervello sa bene dove andare, si organizza per andarci e si dispone a darci le risposte che vogliamo. Può trattarsi di un problema da risolvere o una questione che vogliamo migliorare: qualsiasi pretesto è utile per generare nuove idee!
2. raccolta di tutte le informazioni disponibili sul problema: la raccolta dati è una fase importantissima, nella quale entra in campo il nostro emisfero sinistro che cataloga ed analizza.
3. produzione creativa vera e propria: si persegue la quantità e si tirano fuori quante più idee possibili, senza pensare troppo, in questa fase, alla loro applicabilità e alla loro funzionalità. Insomma si agisce senza censura e si produce il più vasto numero di alternative possibili (ed apparentemente anche impossibili).
4. valutazione: ci sono molti modi utili per valutare una serie di idee. Ne parleremo presto.
Nella fase 3 (produzione creativa), che è quella di cui ci stiamo occupando ora, si utilizzano le tecniche di creatività.
Ne esistono davvero numerosissime, tutte efficaci, ma alcune più adatte ed altre meno a ciascuno di noi, e questa rubrica nasce proprio per andarle ad indagare. Se ne possono distinguere due macro-tipologie, che utilizzano gli emisferi cerebrali in maniera diversa.
Andiamo ad inquadrarle nel dettaglio.
Le tecniche creative lineari utilizzano maggiormente l’emisfero sinistro e producono nuove idee, strutturando le informazioni già esistenti, principalmente in tre maniere diverse;
a. si riorganizzano in modi nuovi le info che abbiamo raccolto, catalogandole, dividendole, combinandole o manipolandole, in modo da creare nuovi punti di accesso al problema;
b. si organizzano le info in modo da compiere determinati passi verso le nuove idee (attraverso check list di domande, individuazione ed organizzazione di parametri, matrici, etc.)
c. si riorganizzano le info cambiando totalmente prospettiva e punto di vista (con stimolazioni casuali o connessioni forzate).
Le tecniche creative intuitive, invece, generano nuove informazioni e nuove idee, chiamando in causa il nostro emisfero destro e il nostro inconscio, attraverso l’immaginazione e l’intuito.
Ok, Lara: ma qual è questa tecnica?
Il Consiglio dei Saggi
Oggi, in particolare, vogliamo parlare di una tecnica creativa lineare: Il Consiglio dei Saggi.
Vediamo, in breve, come funziona.
Spesso organizziamo le informazioni che abbiamo raccolto su un problema secondo dei metodi schematici e familiari. Siamo abituati a percorre sempre gli stessi ragionamenti, perché in passato hanno funzionato e pensiamo che continueranno a farlo. Ma non sempre accade così e in questo periodo storico di cambiamento forsennato accade sempre meno.
La creatività, per sprigionare tutta la sua forza, ha bisogno che si impari a cambiare prospettiva e vedere le info raccolte da ALMENO un punto di vista diverso.
Nel Consiglio dei Saggi mettiamo in relazione due campi semantici del tutto diversi: da una parte il tuo problema trasformato in sfida, ben definito e con le parole chiave ben focalizzate e, dall’altra, le parole, le frasi ed i pensieri dei tuoi pensatori preferiti (i Saggi, appunto).
Si tratta di creare una sorta di consiglio, a cui chiedere suggerimento ogni volta che abbiamo bisogno di osservare una sfida da un punto di vista differente dal nostro.
Questo crea una sorta di corto circuito tra la sfida ed il suggerimento del Saggio (una frase, un aforisma o una citazione), che genererà associazioni libere ed originali, cariche di creatività.
Vuoi formare il tuo Consiglio dei Saggi, vero?
Eccotene le fasi:
1. Crea il tuo Consiglio: scegli una serie di personaggi, viventi o no, reali o di fantasia, che stimi e che ti affascinano, che possano essere guide, esempi o idoli.
Io, ad esempio, tra i miei ho: Einstein, Gandhi, Ralph Waldo Emerson, Edison, Leonardo.
2. Raccogli i suggerimenti: cerca su internet, nei libri o dove credi sia più opportuno, aforismi dei tuoi Saggi. Prendili di ogni genere ed argomento, almeno una decina per ogni consigliere. Questa sarà la tua lista dei suggerimenti. In ogni momento potrai rinnovarla e modificarla.
3. Quando devi affrontare una sfida, consulta il tuo Consiglio dei Saggi. Seleziona un consigliere e scegli una tra le sue citazioni, anche a caso.
4. Medita sulla citazione e scrivi tutti i pensieri che ti vengono in mente, senza preoccuparti che abbiano un legame con la tua sfida, che inevitabilmente sarà sottintesa e fungerà da spunto.
Persegui sempre la quantità, senza giudizio, a ruota libera. Non ci sono risposte sbagliate. Se ti viene in mente qualcosa, scrivilo. Precisa i tuoi pensieri e combinali.
Non smettere di scrivere, non ancora.
5. Scegli i pensieri più promettenti che hai scritto. Riformulali, prova ad individuarne le parole chiave e riscrivili ancora.
6. Concediti una decina di minuti per pensare a nuove idee, anche rilassandoti. L’incubazione, fase in cui le idee vengono lasciate a rielaborare nella mente profonda, fa sempre parte del processo creativo e viene necessariamente dopo la fase di raccolta delle info e stimolazione delle idee.
Se proprio una frase non dovesse generare le idee sperate, puoi sempre ripetere il procedimento con un’altra!
Se questa tecnica ti sembra complicata, come sembrò a suo tempo a me, ti posso assicurare che basta iniziare a scrivere il primo pensiero scatenato dalla frase scelta e ne verranno molti altri tutti di seguito!
Le idee che nascono dai pensieri altrui spesso trovano un’altra via rispetto a quella che prendono i nostri soliti pensieri: le associazioni che provocano sono spesso inesplorate e fanno scaturire interessantissime nuove idee.
Eccoci qua, allora.
Provate questa tecnica e fateci sapere quante e quali idee avete generato!
L’idea in più. Per chi volesse iniziare un percorso di riscoperta della propria creatività, imperdibile l’appuntamento col nostro Crealab.
Lara Lucaccioni, felicemente creativa ^_^
>molto interessante, penso che funzioni ancora meglio se le citazioni e gli aforismi vengano scelti e presi da noi (trovati su libri scritti dai saggi, etc)…
>Ciao Paolo,
infatti. L'idea è che ognuno scelga una serie di "saggi" di riferimento e selezioni i suoi aforismi preferiti.
Quello sarà il suo personale "Consiglio dei saggi", a cui fare riferimento procedendo come descritto nel post.
E grazie per il tuo intervento!