Cari amici lemattiani,
oggi mi cimento nel raccontarvi (brevemente) uno dei testi che, in assoluto (anche più dei testi di studio d’esame), mi ha richiesto tempo.
Chi mi conosce sa che per preparare 500 pagine d’esame impiego non più di 1 settimana (circa 3 giorni, per essere precisi, usando le tecniche di lettura veloce): quindi, potrebbe incuriosirsi sapendo che per leggere le circa 400 pagine di “Intelligenza Emotiva” di Goleman ci ho impiegato… MESI!
Le tecniche di apprendimento (Lettura Veloce, Mappe Mentali e Mnemotecniche) di certo funzionano, ma questo testo mi ha richiesto moltissimo tempo di… ‘digestione’ (o meglio ancora di ‘incubazione’).
Per cominciare direi, innanzi tutto, che cos’è l‘Intelligenza Emotiva.
E’ la nostra capacità di Empatia, la capacità, quindi, di calarsi nei panni dell’altro cercando di comprendere il suo modo di percepire, a livello emozionale, le situazioni e, quindi, di capire a fondo le motivazioni alla base delle sue azioni.
L’Intelligenza Emotiva, però, non è solo questo. Anzi.
Per arrivare alla comprensione empatica dell’altro è necessario lavorare prima su se stessi e sulle proprie emozioni, al fine di assaporarne fino in fondo il sapore intenso, che nella società di oggi troppo spesso viene frainteso.
Questo lavoro consiste (in buona parte ma non solo) nel decifrare con precisione quali sono le emozioni che stiamo provando e l’intensità di tali emozioni.
L’Intelligenza Emotiva è, quindi, in qualche modo, un’altra sfaccettatura dell’Io, un altro punto di vista attraverso il quale guardare se stessi per conoscersi meglio.
Un frammento, insomma, di quell’antico motto mai morto, che dice:
“Conosci te stesso, uomo, e conoscerai i mondi e gli dei“.
La (mia) lenta digestione, di cui parlavo in incipit, è stata innescata prevalentemente dal carattere tecnico del vocabolario dell’opera.
Prevalentemente, ma non solo.
In effetti, per chi non conosce bene la terminologia tecnica della psicologia e della fisiologia (ma anche della neurologia e della chimica) del nostro cervello e della nostra mente, il libro può risultare, nei punti più specialistici, un po’ troppo tecnico e divenire, quindi, astruso.
Molto usati sono anche i termini specialistici nella loro forma originaria, ovvero l’inglese.
Però, a parte questo, il libro scorre molto bene ed anche quei punti che possono sembrare difficili sono sempre supportati da più di un esempio (pratico).
Questi esempi sono anche considerabili, per gli interessati e gli specialisti del settore, come una lunga gamma di prove scientifiche a corredo del tema esposto da Goleman.
Quindi una digestione lenta per la voluminosità del materiale, ma anche a causa dell’interesse e della passione che mi hanno condotto a questo testo e che mi hanno spinto più volte a riaprirlo per consultazioni veloci, per creare collegamenti intertestuali, per confronti con altri testi ed anche per completare e sistemare le mie (ormai famose) mappe mentali.
Una digestione in più riprese, come nei ruminanti, insomma. ;-P
Commento personale:
Ognuno di voi che possa essere interessato a comprendere quali profonde cause, a livello emozionale, lo spingono ad agire in un modo piuttosto che in un altro, dovrebbe cercare un qualsiasi canale (libro, studi su altri testi o su internet, corsi, incontri con esperti) che possa spiegargli come arrivare a comprendere la propria Intelligenza Emotiva.
Se immagino come potrebbe essere un mondo ove siamo consapevoli delle nostre emozioni, rimango esterrefatto…
Non credi anche tu che sarebbe stupendo? ^_^
Per approfondire:
Sullo stesso tema non è facile citare altri testi.
Posso provare con “Emozioni Distruttive” scritto a quattro mani da Goleman ed il Dalai Lama, ad esempio.
Posso anche sbilanciarmi in “Formae Mentis” di Gardner che, parlando di Intelligenze Multiple, nell’Intelligenza Interpersonale dice qualcosa di simile a ciò che dice Goleman.
Ma mi sto sbilanciando, eh!
In ogni caso… alla prossima puntata!
Matteo Ficara, LeMat
Empaticamente intelligente ^_^
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